
Già esistente nel 1594 i suoi capitoli furono approvati solo successivamente con regio decreto del 20 Agosto 1830. Nel 1936, la confraternita stava quasi per scomparire, allora un gruppo di devoti e confrati decisero di non arrendersi e si diedero un nuovo statuto regolamentare più uno aggiuntivo riguardante la tumulazione nella cappella del cimitero.
L’8 Luglio 2005 Mons. Ignazio Zambito – Vescovo della diocesi di Patti approvava infine un nuovo statuto. Il 4 Dicembre 2005 la venerabile confraternita poteva così essere aggregata all’Arciconfraternita di sant’Antonio di Padova, confraternita antoniana madre, ottenendo privilegi ed indulgenze.
L’atto dell’Aggregazione è stato solennizzato a Capizzi con una Peregrinatio delle Venerabili Reliquie del Santo. Ogni confrate deve indossare una cappa o sacco bianco con cingolo e guanti bianchi, e mantella di colore moscato.
Ogni confrate è solito indossare l’abito confraternale nelle processione della Madonna delle Grazie, del Corpus Domini, la Domenica delle Palme assieme alle altre confraternite, ed il giorno di sant’Antonio cioè il 13 Giugno e il 3 Settembre, festa locale di Sant’Antonio a Capizzi.
Come nelle altre confraternite le insegne sono: un crocifisso d’argento, tamburo, bacchette e torce di colore marrone, stendardo con l’effige del Santo, gagliardetto e bandiere.
È la penultima confraternita a sfilare durante le processioni che si svolgono a Capizzi.
Oggi è composta da oltre 250 iscritti tra confratelli e consorelle. La professione dei nuovi ascritti può avvenire il Giovedì Santo o la festa del Corpus Domini, con giuramento all’altare principale della chiesa Madre, officiato dall’Arciprete duranta la Santa Messa solenne.

È compito della confraternita: organizzare la festa con la tredicina in onore al Santo nel mese di Giugno, e organizzare i festeggiamenti che si svolgono anche a Settembre.
Questi festeggiamenti iniziano il 24 Agosto con la novena in onore al Santo.
Tra la notte dell’1 e del 2 settembre si svolge invece un pellegrinaggio di penitenza a piedi e/o a cavallo che consente il perpetuarsi di un rito religioso, che si tramanda da secoli.
La tradizione infatti vuole che sant’Antonio nel suo girovagare in Sicilia abbia sostato una notte intera in un luogo chiamato “u chianu a Cannedda”.
Numerosi sono i fedeli che a piedi scalzi o a cavallo intraprendono il lungo viaggio di 4 ore, attraverso i suggestivi boschi dei Nebrodi. Dopo la celebrazione Eucaristica e dopo la benedizione del Pane e dell’alloro, i vari gruppi di fedeli si ristorano dalle fatiche del viaggio e banchettano in allegria.
Di pomeriggio vi è il rientro in paese con la sfilata di muli e cavalli, adornati a festa con foglie di alloro.
Il giorno 3 Settembre, invece, come di consuetudine di mattina viene celebrata la Messa solenne con la partecipazione della Confraternita di sant’Antonio con la “cappa”.
Di pomeriggio, invece, inizia la processione del Santo con la Madonna delle Grazie, che percorre le vie cittadine.
I fuochi d’artificio chiudono la festosa e indimenticabile celebrazione .